Obsolescenza programmata: cos’è e come combatterla
L’obsolescenza programmata è diventata oggetto di discussione negli ultimi tempi in quanto è sempre più evidente, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’elettronica, che telefoni, computer, tablet, ma anche televisori, elettrodomestici e automobili si rompano in un tempo medio sempre più breve.
Vi sarete accorti che i dispositivi tendono a diventare vecchi velocemente, come se ‘scadessero’, spesso in concomitanza con la fine della garanzia, o comunque in tempistiche decisamente troppo brevi rispetto al costo sostenuto e alla qualità che sembrava caratterizzare l’oggetto in questione.
Ancora, vi sarete trovati a riflettere o discutere sulla precarietà dei dispositivi elettronici moderni rispetto quelli di una volta, chiedendovi come mai, ad esempio, telefoni di 15 anni fa fossero indistruttibili ed uno smartphone di oggi non riesca a durare più di 2 anni senza generare problemi di vario genere.
Se avete notato l’avanzare di questo fenomeno e vi siete chiesti a cosa sia dovuto e se sia normale, continuate a leggere e troverete risposta ai vostri dubbi.
Cos’è l’obsolescenza programmata?
L’obsolescenza programmata o pianificata è una politica industriale volta a predeterminare il ciclo di vita di un prodotto, generalmente teconologico, in fase di realizzazione, determinandone il termine per mezzo di interventi mirati, al fine di suscitare nel consumatore l’esigenza di cambiare il prodotto con uno nuovo, aumentandone e accelerandone così il tasso di sostituzione.
Il processo viene pianificato a monte mediante un decadimento delle funzionalità in un tempo prestabilito, attraverso specifiche tecniche che portano il prodotto acquistato a manifestare svariati problemi e rendendolo così non più performante come all’inizio.
Non a caso, inoltre, spesso i costi di riparazione sono molto alti in confronto al valore del dispositivo e i tempi di attesa molto lunghi, tutto questo porta le persone a vedere come più semplice e conveniente cambiare direttamente il modello con uno più nuovo.
Obsolescenza programmata vs. obsolescenza percepita
Oltre all’obsolescenza programmata si può parlare anche di ‘obsolescenza percepita’, la quale viene attuata attraverso precise campagne pubblicitarie che fanno apparire al consumatore come ‘vecchio’ il suo recente acquisto, inducendolo a desiderare il modello più nuovo.
Questa seconda tecnica, anche detta obsolescenza psicologica, sfrutta degli altri canali in quanto viene attivata direttamente sull’individuo e va a colpirlo dal punto di vista psicologico, senza la necessità di danneggiare il prodotto.
Lo scandalo Apple: accusato di accorciare la vita ai suoi dispositivi
Il colosso Apple è stato di recente coinvolto in uno scandalo riguardante il volontario rallentamento degli iPhone.
L’azienda si trova infatti nel mirino della giustizia francese che l’accusa di truffa, per aver messo in atto una strategia di obsolescenza programmata.
L’obsolescenza programmata o pianificata è infatti riconosciuta in Francia come reato, ed è punibile con multa e carcere.
L’azienda è stata accusata in particolare di rallentare volontariamente i processori dei dispositivi Apple, rendendoli meno efficienti e funzionali man mano che si effettuano nuovi aggiornamenti, al fine di indurre gli utilizzatori ad acquistarne di nuovi.
In seguito Apple si è difesa affermando che il rallentamento serve a preservare la batteria, tutelando quindi i consumatori; una strategia vera o falsa che sia, sbagliata.
Perché le aziende limitano la vita utile dei loro prodotti?
Come avrete intuito si parla di business: una tecnica per portare i consumatori ad acquistare, di più e più frequentemente.
Anche se la questione si è diffusa di recente, si tratta di un fenomeno che ha origini negli anni ’20 in USA quando un’impresa di lampadine si rese conto che queste ‘duravano troppo’, e ciò limitava le vendite.
Il concetto su cui si fonda questa strategia è che prodotti troppo efficienti avrebbero un ciclo vitale troppo lungo, e di conseguenza i consumatori non avrebbero necessità ed interesse a cambiarli spesso acquistandone altri.
Come si rende obsoleto un prodotto
Si discute di tendenza all’invecchiamento precoce soprattutto parlando di dispositivi elettronici, ma non sono gli unici interessati: in tutti i settori può essere applicato questo sistema, sia creando volontariamente dei prodotti ideati per smettere di funzionare in un tempo prestabilito, sia con la persuasione da parte delle pubblicità.
Gli aggiornamenti sono un altro modo attraverso il quale le aziende riescono nel loro intento: nuovi aggiornamenti talvolta rallentano e appesantiscono i dispositivi, altre volte non vengono predisposti per determinati modelli ‘vecchi’, così che le persone siano costrette ad acquistare il modello che supporta quell’aggiornamento.
Come difendersi dall’obsolescenza programmata
Purtroppo quando le grandi aziende dettano le regole, gli utenti-consumatori non possono fare molto, ma ci sono alcune accortezze e trucchi per difendersi dal questo consumismo obbligato:
- Riparare ciò che è riparabile: quando un prodotto si rompe, informatevi bene su costi, tempi, alternative di riparazione, non fatevi trarre in inganno. A volte può sembrare più comodo e semplice acquistare un prodotto nuovo, soprattutto se la garanzia è scaduta, ma esistono molte soluzioni più economiche.
- Non fatevi tentare dalle ‘ultime novità’: quando un nuovo modello deve essere lanciato, pubblicità e marketing inducono a credere che il precedente sia ‘passato’. Il consiglio è di informarsi bene, leggere in internet, nei forum, per capire se effettivamente esiste il salto di qualità di cui tanto si parla.
- Utilizzare prodotti open source: nel campo dell’elettronica è una buona arma di difesa sia in ambito software che hardware, poiché sono facilmente adattabili, modificabili e riparabili.
- In ambito aziendale, optare per il noleggio operativo: attraverso il noleggio operativo, infatti, i prodotti informatici difettosi possono essere sostituiti senza costi aggiuntivi, bypassando quindi anche il problema dell’obsolescenza programmata.
In generale il consiglio migliore è informarsi, leggere e farsi furbi: in questo modo è più difficile farsi abbindolare e persuadere.